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RICORDANDO CHET BAKER...






Il 13 maggio del 1988 moriva uno dei jazzisti più grandi e talentuosi che il mondo abbia mai avuto.
Chesney Henry ‘Chet' Baker Jr. nasce a Yale nel 1929. Comincia col suonare il trombone ma lo abbandona, perché troppo pesante come strumento, così, passa alla tromba. Se i suoi primi anni da musicista furono sopratutto legati non alla tecnica ma bensì all’intuizione, Chet si dedicò subito dopo la guerra (si arruolò nell’esercito ed inviato a Berlino) allo studio di teoria e armonia musicale.
Trasferitosi in California cominciò a collaborare con il grande sassofonista Stan Getz, fu però nel 1951 che cominciò la sua ascesa suonando con Charlie Parker, per poi seguire Gelly Mulligan ed il suo quartetto. Da ricordare l’interpretazione di My funny Valentine.
Chet Baker e la sua musica...Chet Baker e l’eroina, che sembra a volte sia riuscita a sostituire l’amore per la musica. Chet Baker lascia il quartetto, il quale conosce il declino anche a causa dell’arresto di Mulligan e decide di fondare un gruppo jazz tutto suo, dove Baker canta. La sua voce è così lieve, educata ad armonie pure e candide, senza filtri, senza incertezze, proprio come la sua musica...una voce che sembra impaurita ma nello stesso tempo che sente il bisogno di venir fuori...

Nel 1966 un grave incidente gli causerà non pochi problemi. Gli furono spaccati tutti i denti, si dice a causa di problemi con la droga. E visto che la bocca per lui era tutto, fu colpito nel punto a lui sacro. Gli furono tolti tutti i denti ‘ad uno, ad uno’  come piaceva dire a lui (lo ripete in  molte interviste). Così, non potendo più suonare, faceva lavori saltuari e modesti fino a quando  fu ritrovato a lavorare come commesso da un benzinaio da Dizzy Gillespie, il quale lo aiutò a sistemarsi la bocca e Chet, superando il problema di dover suonare con la dentiera, riprese a suonare. La sua discografia è strana, molti critici la definiscono poco omogenea, caotica; suonava e registrava, spesso,  per potersi comprare la droga. Vive molto poco in America mentre trascorre molto tempo in Europa.
Collabora con musicisti italiani come Fausto Papetti, apparirà nel ruolo di se stesso nel film di Lucio Fulci Urlatori alla sbarra, Nicola Stilo al quale era molto legato e molti altri. Addirittura resterà in carcere a Lucca per un breve periodo, sempre a causa della droga. Si circondava di belle donne, guardando il film-documentario a lui dedicato Let’s get lost di Bruce Weber, si sentono parlare di lui come un uomo molto complesso, contorto, una di loro affermerà che vivere con lui era come vivere con il grande Picasso, per la sua intuizione ed il suo talento per la musica sembrava si potesse perdonargli tutto. Racconta aneddoti con la voce strascicata, ma sono le sue rughe, quei solchi lungo le guance, sotto gli occhi, che raccontano sopra a tutto una vita quasi inconsapevolmente vissuta.
Era il 13 maggio del 1988, un giorno come tanti altri, quando Chet Baker cade da una finestra del Prins Hendrick Hotel di Amsterdam, si pensa sia stato l’eccessivo uso di droga, oggi c’è una targa in suo onore. Riuscì a realizzare il suo desiderio, quello di portare la sua musica in Brasile ma purtroppo quello di sentirlo suonare ancora per molti anni, rimane un nostro desiderio che il grande musicista non ha potuto esaudire...



Let’s get lost-Bruce Weber

Let’s get lost-Bruce Weber


Estate- Chet Baker

My funny Valentine-Chet Baker


Blame it on my mind-Chet Baker


Criannax 
AnnA eCriStiano

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