Liliana Cavani alla regia, Dirk Bogarde e Charlotte Rampling di nuovo insieme dopo La caduta degli Dei di Luchino Visconti...un caso? Si pensa di no,
anche per la scelta dei costumi di Piero Tosi, collaboratore dello stesso Visconti.
anche per la scelta dei costumi di Piero Tosi, collaboratore dello stesso Visconti.
il 3 aprile di 40 anni fa usciva nelle sale Il portiere di notte; superate le censure trova spazio anche oltreoceano, la regista emiliana trova fama e successo ai botteghini e resta il suo film più conosciuto ancora oggi.
Dissacrante, perverso e crudo, molto criticato e criticabile. Mostra i due aspetti che regnano sovrani dentro di noi, quello della vittima e del suo carnefice, il tutto riportato e costruito in uno dei momenti più terribili e disperati della storia: la seconda guerra mondiale ed il nazismo.

Decidono di uscire, si rimettono i vecchi vestiti, gli stessi che avevano chiaramente contraddistinto la loro posizione, la loro situazione all’interno del campo di concentramento. Al mattino si incamminano nella città ancora addormentata, al ponte sul Danubio, verso il loro 'plotone di esecuzione’. Scene che rimangono nella storia del cinema, come quella dove Lucia, seminuda, con soltanto le bretelle che le coprono i seni, ed il cappello da ufficiale, canta in mezzo ai nazisti; loro due nell’albergo, lui che le tira i capelli, distesi sui giornali, lei lo prende, i ruoli si capovolgono, la perversione persiste.
Questo film a volte sembra non avere colore, ha i colori dell’ombra, sembra un sogno rivissuto, un sogno da dimenticare ma che fa riflettere, è surreale. Liliana Cavani affronta un tema molto delicato dove non solo si parla di guerra, ma soprattutto si parla di come questa si riflette nella psiche umana. Una malattia dalla quale non si può guarire.
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