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~On thE rOad~




'Caro giorno,
stai per accogliere l'autunno, gridando a queste montagne di tacere; lasci invecchiare foglie e rami e cortecce e me. Bambina ripete alla mia tristezza che ogni cosa ha un dolce attimo, un respiro rende vive e piene le nostre giornate: io la tengo per mano e l'ho vista camminare.
Da due giorni trascorro il tempo con lei, la porto spesso alla panchina; mi piace restare seduta su quel ferro gelido, davanti a noi si vedono nascondersi i tratti delle linee d'orizzonte e dei boschi di faggio, mi piace stare lì seduta perché mentre guardi lontano e lanci pane ai sogni, d'improvviso compare di fronte al viso un albero di ciliegio che impone la sua vista; è come se nel sognare non si dovesse mai dimenticare le proprie radici, che affondano come gli amanti, l'uno nel corpo dell'altra, come se la terra maestra ci insegnasse ad attingere i sogni dal cielo senza mai permetterci d' andare veramente: ecco perchè me ne vado spesso a sedere su quella panchina: perché mi capita di seminare i sogni dentro la terra. Vecchi al bar parlavano di come la terra chiude ed accoglie dentro di sé alberi e fiori ed aspri semi: la mia terra è umida e fangosa e non riesce a riconoscere il suo vero seme.
Oh! Beato giorno! T'ho vissuto tra il fresco tarassaco e soffiando su di lui ho costruito oggi un nuovo inverno per le formiche o forse piccoli ombrelli per farle volar via, lontano da qua; forse avranno creduto di poter vedere il mondo almeno una volta da lassù, dove costrette son le stelle.
Posare gli occhi su colori e piccoli angoli di strada mi fa stare meglio, il mio corpo si dipana e respira, si muove cosciente e non incepisca...ma appena mi fermo e penso, qualcosa mi prende violento e le mie gambe sembrano volersi staccare dall'altura più ripida, è come se non potessero più sopportare la gravità, è come se avessero improvvisamente bisogno del vuoto.
Quanti di voi giorni avranno visto questa terra emersa, quanti di voi si nascondono per poi tornare facendoci credere nelle vostre unicità? Non voglio offenderti ma credimi che alcuni di voi si assomigliano così tanto: stesso ritmo, pause, cadenze, crescenti, legature: medesimi finali.
Come posso fare giorno mio, come?! Avrei forse bisogno che tu te ne andassi insieme alle stelle...forse potresti dire alla vanitosa Aurora d'arrivare prima, potrebbero farlo i tuoi venti! Lei è pigra ma certo se sarai tu a regalarle la stella del primo mattino forse imbarazzata ti caccerà! ...dì al giorno che verrà dopo di te che io sogno Parigi, alle vergini ore che non ho voglia di piangere o di urlare, al giorno nuovo che ho voglia di volare...ma non volerò...non oggi...non ancora...Un lento walzer stanotte mi farà dormire...lalalà, lalalà làlàlà! '
A.P. 

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