GALILEO GALILEI
E LA VIGNA DELLE VENERI
~TOSCANA~
La Val di Bisenzio dove Dante chiese alloggio e dove i conti Bardi creavano i loro salotti ed ascoltavano le prime opere.
Siamo alla fine del 1630, Galileo fu invitato alla Villa di San Gaudenzio in un borgo chiamato Sofignano, da un lontano parente, Giovanfrancesco Buonamici, pratese. Galileo Galilei aveva da poco completato la stesura del suo "Dialoghi sui massimi sistemi" e quella fu l'ultima estate per lui di quiete, dopo anni di duro lavoro. Seguirono anni molto difficili per lo studioso, Giovanfrancesco e la moglie mandavano così a Galileo il loro vino dalla loro Vigna delle Veneri, citate e ricordate nelle lettere del 4 febbraio del 1633 e del 13 agosto 1636. Con il gentiluomo di Prato, all'epoca ambasciatore alla corte di Madrid e le cui imprese furono istoriate sulle pareti della villa di Savignano, nacque una profonda amicizia, ne restano le molte lettere piene di stima. Galileo non conosceva le zone in cui vivevano Gianfrancesco e sua moglie Alessandra, e l'invito che gli giunse nel luglio del 1630 lo incuriosì! La storia della loro amicizia, testimoniata anche dall'ultima lettera di Galielo scritta da Arcetri il 20 dicembre del 1641, è simboleggiata dall'antica Vigna delle Veneri, a settentrione della Villa di S. Gaudenzio a Sofignano, da cui veniva tratto il vino che piacque particolarmente a Galileo. Due secoli dopo la morte di Galileo, i discendenti di Buonamici fecero murare un'iscrizione nella ricostruita Vigna delle Veneri esistente tutt'oggi. La Valle, attraversata e spaccata in due dal fiume Bisenzio, offre panorami opposti. Se da un lato il bosco è folto, pieno di castagneti e faggi dall'altro diventa docile, color pastello, morbidi campi e vigneti. Resta ancora viva la memoria, in questo tratto molto bello della Toscana, sulla riva destra del rio Bronia. Ancora oggi a S.Gaudenzio si trovano tracce dell' impianto tradizionale, in un appezzamento di viti e oliveti. Un posto incantevole da visitare...
AnnA e CriStiano
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